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lunedì 19 agosto 2019

The North Face - Outpump

The North Face, marchio di abbigliamento tecnico per la montagna che è sempre stato molto in voga anche al di fuori di questo ambiente. Il brand penso lo conosciate tutti, perciò abbiamo deciso di raccontarvi un po’ tutta la storia dietro il Nuptse o il Mountain Light che continuate a bramare ardentemente.
Le origini:
Ironicamente tutto ha inizio nel 1966 su una spiaggia a San Francisco, dalle menti di Douglas Tompkins e sua moglie, due appassionati di climbing che decisero di far diventare la loro passione un business, aprendo uno store di equipaggiamento tecnico. Il nome scelto è North Face, ovvero la parte più difficile da scalare di una montagnanell’emisfero boreale.
Questa prima fase dura 2 anni, nel 1968 avviene la grande trasformazione, lo store abbandona la San Francisco Bay per passare nella fervida e attivissima zona di Berkeley e diventare ufficialmente The North Face, il brand che conosciamo oggi.
Le prime sponsorizzazioni portano il brand ai confini del mondo, accompagnando spedizioni nei luoghi più reconditi del pianeta. Una tradizione ancora viva per il brand, la quale sì, è un marchio di punta nello streetwear, ma soprattutto nell’abbigliamento tecnico.
Anni ’80: Neon, Splendore e Tecnologia
Negli anni ’80 il brand crebbe in popolarità e perciò oltre all’equipaggiamento specifico per il climbing vennero aggiunte la sezione Skiing e la sezione Camping.
Proprio in questi anni nasce uno dei design più rappresentativi del brand, ovvero la Mountain Jacket, creata nel 1985, la quale rivoluziona il settore per via della tecnologia elevatissima e il design accattivante, caratterizzato da colori neon, molto in voga in quegli anni.
Nel 1988 The North Face crea l’Expedition System, top di gamma del brand in quanto a resistenza e durabilità. Scommetto sicuramente che ne abbiate visto qualcuno a cifre folli in giro per il web.
La Expedition Jacket nell’edizione Antarctica Expedition
Anni 90 – ’00: Declino e rinascita
Alla fine degli anni ’80, The North Face era l’unico brand in grado di fornire tutto l’equipaggiamento necessario agli esploratori di ogni ambiente naturale, dalle tende al vestiario.
Questa crescita esponenziale portò però il brand a fare il passo più lungo della gamba, scegliendo di gestire internamente il processo di produzione e di conseguenza mandando il sistema di distribuzione in tilt, per via della difficoltà nell’evadere gli ordini. Questo fatto, unito alla nascita di nuovi brand concorrenti, uno su tutti Patagonia portò The North Facea navigare in cattive acque  e a varie problematiche finanziarie.
Come far risorgere un brand che ha fatto della qualità il suo marchio di fabbrica? Semplice, puntando sullo streetwear. Nei primi anni 2000 The North Face iniziò la produzione di abbigliamento adatto anche all’uso quotidiano e iniziò la sua risalita. Se per gli anni 80 il modello di punta era stata la Mountain Jacket, per questa fase storica molto si deve al Nuptse, che iniziò ad essere indossato anche nel mondo dell’entertainment.

Un Nuptse 600 di circa metò anni ’90

Anni’00-oggi: Hype Climbing
The North Face ci aveva visto lungo scegliendo di buttarsi sullo streetwear, le vendite aumentarono esponenzialmente e il brand tornò a navigare in acque più tranquille, ritagliandosi la sua fetta (anche abbastanza ampia, per via appunto dell’esperienza acquisita negli anni) di mercato.
In questo periodo, il marchio non perse il treno delle collaborazioni, una delle più importanti e storiche è quella con Supreme.
La collaborazione con Supreme nacque anche grazie alla volontà di James Jebbia, il quale ha sempre cercato di fornire agli appassionati ma soprattutto agli skaters abiti adatti ad ogni occasione e condizione climatica; ecco quindi che nel 2007 vede la luce la prima collaborazione tra questi due colossi. Queste partnership consistono in una semplice, ma mai banale, rivisitazione da parte di Supreme di alcuni modelli classici di The North Facecon il tocco finale delle etichette in co-branding. Fin da subito le varie collezioni sono state apprezzate dal pubblico ed alcuni pezzi sono diventati delle vere e proprie icone e oggetti del desiderio da parte di molti.

Tra tutte le collezioni abbiamo scelto la nostra top 3:
Primavera/estate 2014: Vede la luce un vero e proprio “holy grail”, per la prima volta viene utilizzato come modello di partenza l’Expedition coach jacket con cappuccio removibile. Il più bello tra le quattro colorways uscite è senza dubbio è il “map printed“.


Autunno/inverno 2011: è la volta dei Nuptse in versione “leopard” in tre colorways, giallo (il più apprezato), verde e grigio.



Primavera/estate 2008: esce il “Summit jacket” raffigurante la  Public Library di New York a Midtown in versione day & night. Una vera “perla” che al giorno d’oggi è possibile trovare solo a prezzi stellari.

A distanza di 40 anni, The North Face riesce a smentire il famoso proverbio che dice di non tenere il piede in due scarpe, questo grazie alla perfetta sincronia tra tecnologie innovative e design molto gradevoli. E voi utilizzate il brand USA? Fateci sapere i vostri pezzi preferiti nei commenti!